Se morte cagna canta
il suo dies iræ
sulle mie ossa
mentre tu sei viva,
potresti ritrovarti
a rinverdire
i versi rudi che io
t’ammanniva.
E benché il
superarsi delle mode
li renda, in
paragone, magre
cose,
tienili per amore,
non per lode,
umiliati da menti
talentuose.
E accordami un
pensiero intenerito:
“Crescessero le muse
con le forme,
ben altre rime
avrebbe concepito
l’amore mio, in ben
altra uniforme;
perduto lui, trovato
già il migliore,
di là maestria: di
qua rileggo amore”.