Chi crederà domani a
queste rime,
elogio del tuo
pregio troppo pieno?
Si fa sepolcro il
verso, quando
opprime
la vita vera, e ne
rivela il meno.
Scrivessi la
bellezza del tuo
sguardo,
di fresche cifre le
facessi dono,
“il poeta”,
direbbero, “è
bugiardo.
Sette cieli in un
viso: troppo buono”.
Esche allo scherno,
mie carte canute!,
vegliardi tutti
lingua e niente al
sodo,
fole di bardi e non
lodi dovute,
zoppìe virtuose di
un antico epòdo!
Salvo che un figlio
veda il giorno in
cui
vivrai due volte:
nei miei versi e in
lui.